Pubblicato il: Luglio 6, 2021 Pubblicato da: Marchedarte Commenti: 0
fiere e gloriose

L’invito a collaborare come Responsabile di Marche Film Commission a questo suggestivo progetto, seguito sin dall’inizio, all’interno del numero speciale della rivista Marche d’Arte, offrendo alcune prospettive della Filiera del Cinema nelle Marche, e delle implicazioni di ambito cineturistico avviate dal Cluster Regionale Marche Cinema, mi dà l’occasione per suggerire alcune riflessioni. Perché, se se ne parla (e tanto), se si rilevano cifre (e alte) ma ancora il Cineturismo nelle Marche non prende avvio (seppure dopo una prima eccellente partenza – ahimé bloccata dal

Covid – quasi con gli stessi protagonisti della presente “avventura”), un motivo ci sarà.

Il fenomeno del Turismo Movie induced – seppur ormai presente ed integrato all’interno di atti amministrativi che sembrano “arrendersi” ad una realtà non più negabile – risulta ancora non compreso né correttamente declinato nelle sue effettive potenzialità. Sfugge, o non si riesce a comprendere, nella concretezza degli atti decisionali, il valore di moltiplicatore economico e culturale e di aggregazione sociale di questo fenomeno, il quale peraltro non scaturisce mai “automaticamente” né semplicisticamente.

Nessun film o altro prodotto cineaudiovisivo genera automaticamente e infallibilmente visibilità e turismo: perché questo avvenga servono strategie intelligenti, di medio e lungo periodo, fatte di sostegni strutturali e continuativi alla promozione (capace di aprirsi ad includere film e serie tv oltre e ben al di là dei singoli spot), di previdenti e capillari pratiche di integrazione di rete, in grado di coinvolgere il maggior numero di stakeholder del territorio.

Servono, soprattutto e in definitiva, vere strategie integrate che facciano davvero interagire il mercato cineaudiovisivo con quello turistico. Sennò non avviene nulla delle mirabolanti aspettative preannunciate, con conseguente e complessivo impatto culturale delusivo (altamente depressivo per il mercato). Finché questo non avviene, il Cineturismo vive e prolifica solo negli “orizzonti ampi” di quanti conoscono e ben utilizzano il potere delle immagini e della narrazione filmica. A loro “si mostra”, germoglia e dà effettivamente i suoi frutti. Come accade agli eroi dei migliori romanzi epici, o delle travolgenti storie d’amore. Ma non ramifica né fruttifica come dovrebbe e potrebbe, per tutti e per tutto il territorio.

“Fiere e gloriose, le sei dimore protagoniste delle nostre storie sono come squarci nel tempo disseminati lungo la valle del Tronto, passaggi segreti in cui infilarsi per fuggire dal presente e correre verso un passato lontano, una sorta di fuga nascosta”.

Solo a leggere un accenno delle note di regia di questo entusiasmante progetto, chiunque avrebbe voglia di mettersi in moto (move e movie in fondo sono davvero contigui e fratelli) per godere della suggestiva bellezza di queste dimore e ancor più lasciarsi incantare dalle

storie che hanno loro restituito la vita – il loro passato, ma anche il nostro futuro – attraverso lo sguardo di giovani autori.

Vedete? Così è semplice da capire ed “innescare” il Cineturismo: come non comprendere il desiderio di mettersi in viaggio e fare esperienze, suscitato dal racconto per immagini? Per chi ama storie e racconti, per chi ama il Cinema non serve nemmeno tirare fuori gli indotti diretti e indiretti (ché li conoscono tutti ormai e, se si trattasse solo di quello, ogni iniziativa cineturistica sarebbe finanziata da anni senza battere ciglio).

Ebbene, proprio per questi motivi, 6 dimore in cerca d’autore è un progetto straordinariamente bello ed efficace: perché è ben fondato sulla fascinazione di racconti filmici e perché il gruppo (scrittura, regia e team di produzione) è di quelli visionari, convinti e capaci di attivare reti operative coraggiose.

Con loro, e con noi di Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura, a certificare la dote regionale di grande valore artistico del nostro patrimonio culturale, c’è anche l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), beni culturali tutelati dallo Stato, in un rapporto di Convenzione strutturata (da noi fortemente perseguita) con il sistema cineaudiovisivo regionale, per la prima volta su scala nazionale.

Ma soprattutto: vi chiedete cosa ci fa un pavone con La Ruota dal piumaggio lucente e turchino a Palazzo Recchi Franceschini, alle porte di Castignano? E delle dame in costume ottocentesco all’interno di Palazzo Saladini di Rovetino, sbalzate in un La Cortese, attraverso salti temporali da film di Ozpetek? Se siete curiosi, siete già dei cineturisti. Se siete curiosi: VENITE A SCOPRIRLO.

Venite a vedere le Marche e i suoi tesori, le dimore artistiche, certo, ma anche quelle sue risorse che spesso, ahimé, sfuggono e che andrebbero invece tutelate e sviluppate: il suo capitale umano, lo sguardo di giovani autori sensibili, radicati nel proprio territorio e al

tempo stesso visionari e assetati di futuro. E produzioni coraggiose che ci mettono la faccia, oltre al resto. Perché da qui crescerà il territorio e la sua consapevolezza, e non solo il suo brand turistico.

Per questo abbiamo lavorato sino ad oggi, noi di Marche Film Commission.

E son soddisfazioni.

Anna Olivucci

Marche Film Commission