Alla scoperta di una piccola officina in cui si lavora ancora con la forgia a mano, e con una cura estrema del dettaglio, per realizzare pezzi unici artistici e produzioni personalizzate di grande carattere.
Stefano Bellesi, il ferro battuto diventa arte
È tra gli ultimissimi artigiani del ferro battuto a lavorare con la forgia a mano e a sfruttare le possibilità infinite di questa tecnica: un lavoro da sempre associato a forza e resistenza fisica ma allo stesso tempo capace di dare vita a forme di straordinaria grazia e bellezza.
Stefano Bellesi ha assecondato la passione per questo mestiere avuta sin da piccolo, e partendo da zero nel 2000 – quest’anno festeggia i 20 anni di attività – ha creato nel territorio di Camerino la sua piccola officina dedicata al ferro battuto artistico, specializzata in produzioni personalizzate e fatte interamente a mano.
“Inizio dallo schizzo del progetto che abbozzo sulla carta. Poi traccio il disegno per terra in scala 1:1 con il gesso, in modo da avere le proporzioni in scala reale di tutti gli elementi che compongono il progetto. A quel punto ogni singolo pezzo lo modello sopra al disegno, confrontandolo cioè con il disegno finché non risulta uguale e sovrapponibile. Poi preparo i pezzi da forgiare, tagliandoli secondo le varie dimensioni delle quali ho bisogno. Passo quindi alla forgiatura a caldo e creo le forme necessarie al progetto, seguendo i dettagli del disegno in gesso a terra. Forgio e dò la forma desiderata a riccioli, volute, fiori. Batto il ferro con il maglio per sgrossare e rifinisco con il martello per i dettagli. Poi ci sono la cesellatura e altre fasi di personalizzazione del progetto secondo le richieste del cliente. Alla fine, l’assemblaggio dei pezzi con la bullonatura, come da tradizione”.
Un lavoro complesso e fisicamente pesante ma soprattutto un approccio progettuale e artistico in cui niente è lasciato al caso e in cui ogni dettaglio è importante per fare la differenza.
“Non puoi fare sempre quello che fanno gli altri. Per emergere devi fare qualcosa di diverso: cose che ti fanno fare un salto di qualità”.
Per Stefano Bellesi una delle espressioni di questa differenza, che distingue e caratterizza il suo lavoro, è la creazione di fiori in ferro battuto realizzati esclusivamente a mano, una produzione artistica che nasce da una passione del tutto personale e che lo ha fatto conoscere e apprezzare anche al di fuori del territorio regionale.
Elementi d’arredo per interni ed esterni, decorazioni di cancelli, ringhiere, corrimano, ma anche e soprattutto complementi d’arredo a sé stanti, soprammobili e oggetti decorativi, i fiori in ferro battuto che Stefano Bellesi crea sono davvero incredibili.
“Una delle cose più difficili da fare in ferro battuto”: delicati mazzi di rose, calle, gigli, orchidee, forgiati uno ad uno, martellati per definire ogni piccolo particolare su petali, foglie, steli. Un lavoro accurato e prezioso per trasformare il ferro in materiale leggiadro e gentile.
La sua competenza nella realizzazione di elementi artistici in ferro battuto con questo grado di dettaglio, lo porta anche a realizzare bomboniere e piccoli cadeaux – fiori e delicatissime farfalle – e poi bracciali, ciondoli, fibbie e altri accessori.
C’è poi il suo core business: in particolare i cancelli, quelli che definisce “il biglietto da visita di un’abitazione”. Ma anche ringhiere, inferriate, scale da interni totalmente prodotte in ferro battuto, e corrimano che valorizzano con un tocco esclusivo ogni tipo di scala.
“Sono i lavori per i quali i clienti mi cercano di più, perché hanno bisogno di un prodotto su misura, personalizzato, bello, artistico, un prodotto artigianale insomma, realizzato con la forgia a mano, in cui non ci sono pezzi stampati, misure standard, ma è tutto fatto per soddisfare le esigenze particolari del cliente: un pezzo unico in tutto e per tutto”.
Il suo curriculum di artigiano artista del ferro battuto si arricchisce di altre esperienze di prestigio, come l’arredo della scenografia dello spettacolo Cavalleria rusticana, andato in scena nel 2015 allo Sferisterio di Macerata: una splendida ringhiera in stile liberty, lunga 25 metri, creata da Stefano Bellesi e da Massimiliano Lauri, frutto della collaborazione tra mondi della cultura e dell’artigianato, e in particolare del connubio tra Macerata Opera Festival e CNA Artistico e Tradizionale Macerata.
Importanti anche le opere di arredo urbano di Stefano Bellesi per rotatorie cittadine del territorio maceratese.
La fantasia di un vero artista del ferro battuto come Stefano Bellesi non si ferma qui: produce infatti anche spade e lame di metallo medievali. La sua specializzazione in questo campo gli è valso, per diverse edizioni della manifestazione, l’importante incarico di realizzare la spada in premio al vincitore della Corsa alla Spada e Palio, tradizionale rievocazione storica di Camerino.
Tramandare tanto sapere e competenze artigianali e artistiche di alto livello diventa quindi una necessità e anche un dovere per l’artigiano, per far sì che niente di tutto questo debba scomparire.
La formazione professionale, i tirocini sono uno strumento importante per consentire di vincere il tempo e di passare il testimone attraverso le generazioni, ma i problemi concretamente restano: “In vent’anni di attività non ha mai bussato alla porta della mia officina un giovane che volesse diventare mio apprendista o tirocinante, che volesse insomma iniziare un percorso per imparare questo lavoro”.
Ciò vuol dire che alcune realtà dell’artigianato artistico necessitano probabilmente più di altre di essere fatte conoscere da vicino, soprattutto ai giovani, per poter instillare nelle nuove generazioni la scintilla di una passione che sentano poi di voler alimentare.
Quello del ferro battuto è un ambito creativo affascinante ma anche duro e ostico: un mondo a cui ci si può avvicinare all’inizio con curiosità e spirito di scoperta e che poi, se si sente un’autentica affinità, si sceglie per la vita.
È una scelta di vita non facile, che va sostenuta dalla passione e che solo un “artigiano dentro” può portare avanti nel tempo con una dedizione piena e incondizionata, creando con la forza del fuoco e delle proprie braccia e mettendo a frutto quotidianamente, con soddisfazione personale, un’abilità manuale costruita negli anni.
Il ferro battuto nelle Marche: l’eredità di un grande artigianato di tradizione
La lavorazione dei metalli è in origine dedicata alla realizzazione di attrezzi d’uso domestico e professionale. La presenza di botteghe di fabbri in ogni borgo è legata da sempre all’esigenza di costruire o riparare oggetti d’uso comune, falci, zappe, inferriate. L’introduzione di metodi di lavoro più avanzati nell’attività agricola, avvenuta tra Ottocento e Novecento, comporta un’evoluzione delle parti in ferro delle attrezzature.
L’evoluzione interessa quindi anche il lavoro dei fabbri che iniziano a concentrarsi sulla produzione di oggetti funzionali ma anche decorativi per l’ambiente domestico, sia interno che esterno. Dalle botteghe escono oggetti sempre più raffinati, maniglie, lampadari, testiere da letto, grate, cancelli.
La scarsa richiesta di quantitativi di prodotti metallici in serie condiziona allo stesso tempo l’attività degli addetti alla lavorazione del ferro che diventano creatori di oggetti unici, dovendo soddisfare singole richieste, personalizzate e su misura.
I fabbri, abituati a modellare il ferro per le più svariate necessità, acquisiscono abilità tecniche notevoli che, congiunte alla capacità creativa, danno vita a produzioni di alta qualità nel campo del ferro battuto artistico.
Questi artisti ignoti lasciano in eredità ai loro paesi cancelli e cancellate, ghiere di pozzi, pittoresche insegne di locande e osterie, galli e bandiere segnavento, lunette di portali: artisti del ferro battuto che si sono ispirati a vari stili e motivi storici e tradizionali, a volte più vicini alla cultura aristocratica e borghese, altre decisamente immersi nella cultura e nell’arte popolare.
Laura Ricci