La serie web Non voglio mica la luna è l’ultima nata in casa Piceni Art For Job e chiama in rassegna la bellezza e le risorse paesaggistiche, architettoniche ed enogastronomiche delle Marche per proporre sul web un’immagine di grande impatto del territorio marchigiano.
Le principali location delle Marche scelte per i sei episodi della serie, non solo come background ma come vere e proprie protagoniste nello svolgimento della trama, sono: Ascoli Piceno con i suoi palazzi e le piazze storiche, la Riviera delle Palme con gli incantevoli panorami marini, Offida e le sue bellezze di piccolo borgo. Non poteva mancare l’entroterra piceno, con Montefalcone Appennino e il naturale spettacolo dei Monti Sibillini, un tuffo nella storia e nell’arte con il paese delle fisarmoniche Castelfidardo e la culla del Rinascimento, Urbino. La villa del matrimonio di Sibilla e Tom è il Borgo Storico Seghetti Panichi (Castel di Lama).
Tra i partner del progetto, perfetti rappresentanti dell’eccellenza produttiva del territorio: l’azienda vitivinicola Ciù Ciù, Osteria Cantina Offida, Bibite Paoletti, Angellozzi Tartuficoltura, Port’O con il marchio Royal Row – Britalian Club, Emiliano Bengasi Couturier.
L’azienda vitivinicola Ciù Ciù ha offerto nell’ambito della serie web delle ottime occasioni di valorizzazione del territorio e del prodotto tipico, mettendo a disposizione non solo i suoi prodotti ma anche offrendo la possibilità di girare in una location di grande efficacia. E’ la cantina dell’area degustazioni Ciù Ciù, ospitata nello splendido Palazzo Mercolini Tinelli, nel cuore del centro storico di Offida, in Piazza del Popolo, che ha permesso di ricostruire l’atmosfera e il calore delle cantine di paese, luogo di convivialità autentica.
I vini dell’azienda Ciù Ciù nascono nel cuore dell’entroterra piceno, a metà strada tra il Mar Adriatico e i Monti Sibillini, e sono il frutto di un sapiente lavoro di riscoperta del territorio e in particolare delle radici storico-culturali che legano Offida al vino. Osteria Cantina Offida ne è un’altra significativa dimostrazione: spazio di aggregazione e degustazione di eccellenze, è il luogo ideale per entrare a contatto con la cultura tradizionale delle Marche e assaggiarne il gusto genuino.
Il vino, quindi, come espressione della cultura del territorio. Ne sono convinti Massimiliano e Walter, figli dei fondatori Natalino e Anna, che oggi, forti dell’esperienza e saggezza dei genitori, con 180 ettari di vigneto, hanno dato origine ad una vasta gamma di vini e spumanti che sono frutto di costante ricerca, sia in vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo naturale di qualità con un terroir unico e insostituibile.
La riscoperta di vitigni autoctoni delle Marche, la cura scrupolosa di ogni fase di produzione, packaging e commercializzazione, la scelta del biologico negli anni ‘90, le certificazioni di qualità, la conduzione familiare coadiuvata da un gruppo tecnico specializzato, hanno costruito negli anni il successo dei vini biologici Ciù Ciù.
È ancora il mondo del beverage a portarci in giro per il Piceno, attraverso le immagini della serie web, questa volta ad Ascoli Piceno, con le celebri Bibite Paoletti. Da oltre 100 anni, infatti, la storica azienda ascolana opera nel settore delle bevande tradizionali, un cammino di successo, arricchito dalla direzione familiare che da sempre ha creduto nella ricerca della qualità.
Bibite tradizionali italiane, dalla gassosa alla spuma. L’ambizione è quella di regalare agli amanti delle bevande gassate, delle bibite buone come quelle di una volta, grazie alle preziose ricette custodite di generazione in generazione, e alla forza di una famiglia che, come molte aziende storiche, ha superato due guerre mondiali e le crisi a venire, cercando sempre di mantenere intatta la qualità degli ingredienti.
La storia narra che l’azienda Paoletti, nata intorno al 1910 a Folignano, piccolo paese vicino ad Ascoli Piceno, ha inizio quando il messo comunale Enrico Paoletti, gestore anche dell’osteria del paese, decide di mettersi in proprio dando vita a una piccola produzione di bibite gassate. In quei tempi la consumazione abituale in osteria era il famoso “quarto di vino con la gassosa”. Il fornitore di gassosa però era spesso in ritardo con le consegne ed è stato proprio questo ritardo a spingere Enrico a produrre in proprio la bibita da aggiungere al vino.
Giancarlo e Pierluigi, terza generazione Paoletti (i due figli di Giovanni Cadorna), hanno voluto a tutti i costi mantenere in vita l’azienda, con tutto il suo capitale di storia. Il marchio, infatti, è ancora significativo per un intero territorio in cui più di una generazione è cresciuta con la Gassosa e la Spuma Paoletti. Nel 2009, inoltre, le bibite Paoletti sono state inserite tra le “Eccellenze Picene”, nella categoria dei prodotti storici di maggiore qualità e prestigio della provincia di Ascoli Piceno. Un premio che ha sicuramente confortato gli sforzi dell’azienda ascolana, sempre attenta alla cura di ogni ricetta.
La stessa grande cura e rispetto che Angellozzi, famiglia di cavatori, legata al tartufo da cinque generazioni, investe nella propria attività. Con Angellozzi Tartuficoltura, infatti, la serie web Non voglio mica la luna mette in evidenza la grande qualità dei tartufi pregiati provenienti dalle aree montane del Piceno.
La gratitudine per il tartufo che, scambiato con prodotti di prima necessità, ha sfamato inizialmente la famiglia ed offerto in seguito benessere alle generazioni successive, ha portato infatti Angellozzi a fare del tartufo uno stile di vita.
Negli anni di ricerca, la famiglia ha selezionato e riprodotto i migliori ecotipi di tartufo bianco, tartufo nero pregiato e tartufo nero estivo del Piceno. Dalla raccolta in poi, ogni tartufo destinato alla vendita, subisce una serie di severi controlli su tutti i parametri estetici e qualitativi, questo fa sì che la qualità del tartufo offerta sia assoluta.
Il tradizionale consumo familiare di tartufi appena raccolti, la consapevolezza che la qualità migliore possa essere offerta solo con i tartufi freschi, ha portato Angellozzi Tartuficoltura alla scelta di vendere quasi esclusivamente allo stato fresco, rifiutando nettamente la produzione di aromatizzati, pur essendo capace di rispondere ad ogni richiesta di tartufi surgelati e conservati al naturale, nei quali la lista degli ingredienti è brevissima: solo ed esclusivamente tartufi e sale.
Dall’enogastronomia di pregio alla creatività sartoriale del territorio, con due marchi di qualità come Emiliano Bengasi Couturier e Royal Row – Britalian Club, punti di riferimento per la moda sposa, sposo e cerimonia.
Per il designer Emiliano Bengasi, l’attenzione per il dettaglio tipica dell’alta sartorialità italiana è un presupposto imprescindibile per dare vita ad un sogno. Una tradizione di famiglia che nasce nel lontano 1968. Emiliano Bengasi è infatti da oltre 25 anni il fashion designer dell’omonimo marchio di moda sposi. Realizza i suoi abiti da sogno per le migliori boutique del mondo ma il suo quartier generale resta Fermo, il luogo in cui tutto ha avuto inizio, e in cui inizia anche la favola di ogni sposa.
Emiliano Bengasi è infatti un laboratorio stilistico all’avanguardia la cui produzione di abiti è interamente italiana e interna all’azienda. Tutti i capi vengono creati da Emiliano che propone collezioni originali e ad alto contenuto artistico, realizzate grazie alla maestria e alla professionalità del suo team di sarte che cuciono ancora oggi gli abiti a mano, e grazie alla presenza di uno staff tecnico specializzato che garantisce una ricerca stilistica elaborata e l’utilizzo di materiali innovativi. Tutto questo fa dell’atelier Bengasi un laboratorio di stile e di idee in cui si fondono design, estro e qualità con la sapienza dell’antica tecnica sartoriale e la più sofisticata modellistica.
Emiliano Bengasi dedica le sue creazioni ad una clientela selezionata di spose che vogliono stupire con modelli originali, innovativi, raffinati ed esclusivi al tempo stesso.
Royal Row – Britalian Club si rivolge all’uomo che cerca stile e qualità che contraddistinguono l’alta manifattura Made in Italy. In Royal Row si uniscono la tradizione sartoriale maschile italiana, un autentico sapore artigianale e un elegante stile “Britalian”.
Tre linee di abbigliamento create per chi desidera esprimere personalità in ogni occasione. A caratterizzarle sempre la vestibilità impeccabile, i materiali pregiati, la cura sartoriale di ogni dettaglio, la ricerca stilistica, tutti elementi collocati con intelligenza all’interno di un contesto più generale in cui il lusso diventa accessibile.
Negli ultimi anni l’azienda Port’O, che propone il marchio Royal Row, ha visto crescere, sotto la guida di Cristina Pennesi e il supporto del marito Pier Paolo Pennesi, la propria presenza sul mercato, prima all’estero, in particolare in Giappone e Cina, poi in Italia nelle migliori boutique.
Non voglio mica la luna, quindi, grazie alle sue partnership importanti con selezionati produttori locali, propone anche un viaggio nelle eccellenze del territorio. Un territorio che è pronto ad essere coinvolto globalmente nell’organizzazione di un grande evento, offrendo la propria cultura, la propria storia, le tradizioni, le straordinarie competenze artigianali e artistiche, per una speciale accoglienza agli sposi e ai loro ospiti, in uno dei momenti più importanti della loro vita.