Pubblicato il: Ottobre 20, 2018 Pubblicato da: Marchedarte Commenti: 0

Giambattista Tofoni, direttore esecutivo di RisorgiMarche, nonché network manager di EJN – Europe Jazz Network e direttore artistico di TAM – Tutta un’Altra Musica, ci racconta le due edizioni 2017 e 2018 del festival che, con la direzione artistica di Neri Marcorè, ha saputo unire solidarietà e passione per i territori colpiti dal sisma, con esibizioni irripetibili e coinvolgenti – in siti naturalistici unici – di grandi artisti del panorama musicale italiano. È questo l’obiettivo di RisorgiMarche: portare le persone a riscoprire i luoghi feriti dal sisma, mostrando la bellezza inalterata dei paesaggi, valorizzata attraverso ottima musica, fruita in modo semplice e naturale dopo aver condiviso alcuni chilometri di cammino.

Ci puoi raccontare lo spirito solidale ed ecologico di RisorgiMarche?

Nasce tutto da un’idea avuta insieme a Neri subito dopo il terremoto. Ci siamo sentiti immediatamente dopo la prima scossa, anche per sapere reciprocamente come stavamo, visto che lui era a Porto Sant’Elpidio.

Da lì il pensiero di organizzare qualcosa insieme c’è sempre stato. Poi Neri è stato invitato ad Arquata del Tronto e la gente del posto chiedeva accorata di non essere abbandonata, di non essere lasciata sola una volta che la bolla mediatica si fosse esaurita.

E allora è nata definitivamente l’idea di creare un evento solidale. L’aspetto ecologico e, quindi, la scelta dei luoghi è venuta di conseguenza. Abbiamo inizialmente ipotizzato come location i borghi colpiti dal terremoto, perché pensavamo che nell’estate 2017 le macerie sarebbero state ormai rimosse. Invece ci siamo resi conto già a gennaio-febbraio 2017 che questo non sarebbe stato possibile ed è venuta l’idea di fare gli eventi in questi luoghi naturalistici unici. Quindi non solo solidarietà ma anche rapporto con il territorio, per arrivare ad un concetto diverso di fruibilità dello spettacolo, collocato in questi luoghi di montagna, delicatissimi dal punto di vista ambientale, e che pertanto richiedevano un rispetto assoluto, sia da parte nostra come organizzatori, sia da parte del pubblico.

Per quanto riguarda il nostro lavoro abbiamo sempre operato nel pieno rispetto dell’ambiente, senza allestire palchi, ma solo una semplice pedana, e senza forti amplificazioni. Avevamo però il timore che la mole di spettatori che veniva ad assistere ai concerti potesse in qualche modo avere un impatto negativo su questo ambiente.

La gente ha invece pienamente capito e fatto proprio sia il messaggio solidale che quello ecologico.
Solidarietà anche e soprattutto degli artisti, amici di Neri, che hanno partecipato davvero convintamente e del tutto gratuitamente.

Anche perché la finalità principale e più importante non è tanto il concerto in sé, quanto mettere a frutto l’incredibile flusso di persone che con RisorgiMarche si è venuto a creare, per rivitalizzare le attività commerciali e ricettive dei luoghi colpiti dal terremoto.

Ci interessa molto questa commistione, una fusione tra musica e natura, in luoghi immersi nel verde che sembrano sospesi nel tempo e nello spazio, allo stesso tempo così radicati nella memoria e nella tradizione delle comunità locali.

Il rapporto con le comunità locali è importantissimo.
È, d’altronde, una manifestazione che ha origine dalla società civile. Detto questo, all’inizio non sapevamo come la gente del posto avrebbe reagito a questo progetto.
La risposta è stata meravigliosa e partecipata oltre le aspettative, sia da parte dei sindaci, che sono a capo di queste comunità, sia da parte di tutta la gente, che ha partecipato in maniera davvero trasversale, dalle famiglie, anche con bambini molto piccoli al seguito, ai giovani e agli anziani.
E la cosa più bella è stata che la gente del posto ci ha chiesto di tornare, di tenere accesi i riflettori su questi luoghi, e ancora una volta di non abbandonarla.
Hanno partecipato tutti e nella maniera più varia: prima del concerto di Elio e Rocco Tanica, ad esempio, un gruppo di organettisti locali ha messo su un estemporaneo spettacolo nello spettacolo.
Per questo e per tanti altri episodi coinvolgenti e commoventi di questi due anni, possiamo sicuramente affermare che lo spirito e il messaggio di RisorgiMarche sono stati recepiti e accolti appieno dal pubblico.
Un pubblico che affrontava il cammino per raggiungere i luoghi dei concerti come un vero e proprio “pellegrinaggio laico”, come l’abbiamo definito.
Il rapporto con le comunità locali ovviamente è stato importante dal punto di vista dello scopo solidale. Ad esempio, la vendita dei gadget, t-shirt e cappellini, è stata data in gestione all’Anffas Sibillini Onlus (www.anffassibilini.org, ndr), e i proventi (42.000 raccolti solo nel 2018,ndr) hanno contribuito a finanziare il progetto La Casa nel Cuore,finalizzato alla costruzione di una struttura per ragazzi disabili nella quale potranno abitare e lavorare in un contesto protetto.
Così come per la vendita dei prodotti tipici nei borghi e lungo il percorso per arrivare ai luoghi dei concerti. Abbiamo insistito con i sindaci perché venissero selezionati solo produttori locali dell’area del cratere.
Abbiamo avuto anche un encomio dalla prefettura per l’organizzazione della manifestazione, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali.

E siamo ulteriormente soddisfatti anche per aver coinvolto il maggior numero possibile di strutture ricettive del territorio, dagli hotel, b&b, agriturismi, ai ristoranti, bar. Un altro motivo che ci ha spinto a dare vita a RisorgiMarche è infatti proprio legato alla crisi delle strutture ricettive del cratere del terremoto. A gennaio 2017 le stime parlavano di un 90% di annullamenti delle prenotazioni di soggiorni nelle Marche.

Pensiamo che RisorgiMarche abbia dato un suo importante contributo, visto che la Regione ha potuto chiudere la stagione turistica 2017 passando da un -90% a un -5%.

Un bilancio delle due edizioni del festival? Numeri, artisti intervenuti, il popolo di RisorgiMarche.

Abbiamo organizzato 13 concerti nella prima edizione e 16 nella seconda. Sono state coinvolte tra le 500 e le 600 persone, tra artisti, musicisti e tecnici. A questo proposito ci teniamo di nuovo a ricordare che, mentre gli artisti non hanno percepito alcun compenso, musicisti, tecnici e staff, invece, sono stati regolarmente retribuiti.

230.000 persone hanno partecipato alle due edizioni di RisorgiMarche. Picco toccato con i concerti di De Gregori nel 2017 e di Jovanotti nel 2018. In quest’ultimo caso, ad esempio, RisorgiMarche ha fatto registrare il tutto esaurito nelle strutture ricettive marchigiane dalla provincia di Macerata a quella di Fermo.

Oltre alla stupenda filosofia e all’energia positiva che caratterizzano RisorgiMarche, la manifestazione è riuscita a portare un notevole indotto economico sul territorio, grazie anche alla collaborazione con enti e aziende locali che hanno organizzato attività collaterali al festival.

Due studentesse stanno preparando la loro tesi su questo argomento, e quindi stanno raccogliendo dati proprio sui risultati economici portati da RisorgiMarche sul territorio.
Possiamo dire innanzitutto che le 230.000 presenze delle due edizioni sono state valutate dalla questura.

Sappiamo inoltre che, sulla base di una stima che prevede di calcolare circa 3 persone per ogni auto, si sono presentate in occasione degli eventi ben 76.000 macchine in totale che hanno dovuto compiere un tragitto stimato in circa 40-60 km ognuna, con relativi pieni di benzina fatti sul territorio marchigiano. Abbiamo anche notato, in particolare nella seconda edizione rispetto alla prima, un incremento di pullman privati di ditte marchigiane che si sono attivate, soprattutto appunto nel 2018, per organizzare questo tipo di servizio, anche nel rispetto dello spirito ecologico che caratterizza la manifestazione e che quindi preferisce mezzi di trasporto aggreganti per limitare il numero di mezzi.

Abbiamo accreditato circa 200 pullman di ditte locali, ognuno con circa 54 persone a bordo. Solamente l’indotto dei pullman accreditati ammonta a circa 200.000 euro.
10.000 persone hanno quindi utilizzato questo servizio pullman, pagando circa 20 euro a testa.

Le altre 220.000 persone, rimanenti dal totale delle presenze, hanno percorso, come si diceva, una media di 40-60 km in auto e quindi speso soldi in benzina.
Moltissime persone hanno inoltre raccontato di aver fatto colazioni, pranzi, acquisti di prodotti tipici, e consumato bibite, gelati, ciambelloni e maritozzi preparati dai forni locali, prodotti andati a ruba già dalle prime ore del mattino. E questo sia lungo il tragitto, in auto, a piedi o in bicicletta negli ultimi chilometri nella natura necessari per raggiungere la meta, sia anche direttamente sui prati nei quali si svolgevano i concerti, prima degli spettacoli.

Sommato tutto questo, l’indotto economico stimato per il territorio marchigiano è di 5.000.000 di euro, con una spesa media di 20-25 euro a partecipante, che in molti casi è sottostimata.

A questo si aggiunge il fatto che nell’organizzazione dei concerti è stato coinvolto prevalentemente personale tecnico marchigiano, come anche il servizio catering e i bagni chimici; ogni ditta che ha offerto un servizio a livello organizzativo era marchigiana.

E sono quindi da aggiungere altri 450-500.000 euro di organizzazione degli eventi.
Per una quota complessiva di circa 5.500.000 di euro reali, portati sul territorio.

Visti questi numeri e risultati importanti, da cosa puoi dire che abbia origine il grande successo di RisorgiMarche, la sua capacità di coinvolgere e stimolare una così straordinaria partecipazione?

Prima di tutto dagli artisti coinvolti, di altissimo livello e di grande notorietà.
Poi è scattato il meccanismo solidale.
E sicuramente il pellegrinaggio, questo momento forte di condivisione ha inciso molto: il coinvolgimento completo della persona, la scoperta e riscoperta di borghi e di luoghi meravigliosi delle Marche.

Le persone ci hanno calorosamente ringraziato, per aver dato loro l’occasione di scoprire questi incantevoli luoghi.
La stessa modalità di partecipazione ai concerti richiedeva un coinvolgimento attivo e rispettoso: da una parte lo spirito ecologico e di tutela verso il sito ospitante, dall’altro il rispetto verso gli artisti che si esibivano. La risposta del pubblico è stata entusiasmante in entrambi gli aspetti: i prati sono rimasti puliti così come venivano trovati; il pubblico non ha mai tentato di oltrepassare quella minima barriera che li separava dal proprio beniamino, costituita non da transenne, ma da una semplice cordicella.

Si è quindi formata una vera e propria comunità.
Sì, possiamo dire sicuramente che RisorgiMarche è un esempio concreto di festival comunitario.

Laura Ricci