Le paiarole sono cesti intrecciati in paglia di frumento e vimini. Già nel 1798 si fa menzione di questa antica arte, sviluppatasi in Acquaviva Picena, con la fabbricazione di cesti e panieri.
Nell’ ‘800 si contano in paese circa cento persone addette alla fabbricazione di paiarole.
Le paiarole, manufatti della tradizione artigiana realizzati con materiali poveri, venivano barattate con i contadini locali in cambio di legumi, castagne, patate, per la stessa quantità che i cesti potevano contenere.
La lavorazione è completamente manuale e sono le donne ad occuparsene, sin dalle fasi iniziali di preparazione dei materiali utilizzati per la realizzazione. Le bambine, infatti, terminate le scuole elementari, cominciavano ad imparare questo mestiere lavorando a fianco dei genitori e ricevendo in cambio corde per giocare. Negli anni ’50 le paiarole, con l’intensificarsi degli scambi col Nord Italia, rappresentavano una cospicua fonte di guadagno. Ancora oggi le donne di Acquaviva tornano d’estate davanti l’uscio di casa ad intrecciare paglia di frumento e a fabbricare paiarole, souvenir unici simbolo di un mondo antico dal fascino intramontabile.
Dal 1972, oltre alle paiarole, in paese si realizzano con le brattee del mais (gli sfogli) graziose bamboline. Questo manufatto è entrato nella tradizione artigianale di Acquaviva con la realizzazione di figure maschili, animali, personaggi per presepi e scenari.