Pubblicato il: Luglio 24, 2019 Pubblicato da: Marchedarte Commenti: 0

L’ambientazione della serie prodotta da Piceni Art For Job, protagonisti Rebecca Liberati e Federico Calistri, spazia tra Offida, Urbino e Ascoli Piceno.

“Vabbé su, Tom… Non voglio mica la luna” è la risposta di Sibilla a smorzare la problematicità della richiesta assurda fatta al suo amato: trovare, a cinque giorni dal matrimonio, un prete, un abito, una macchina d’epoca e una fisarmonica, proprio come nella fotografia del matrimonio della sua defunta nonna, Sibilla. Le misteriose apparizioni della nonna, e la ricerca degli oggetti, coinvolgeranno parenti e testimoni in un’avventura alla scoperta delle Marche più e meno conosciute.

Una commedia romantica che sa raccontare in maniera esilarante e a tratti poetica la Regione Marche con le sue mille sfaccettature. La sceneggiatura della serie, scritta da Alberto De Angelis e Matteo Petrucci e diretta da Andrea Giancarli, ascolani di nascita, riflette una conoscenza approfondita e appassionata del territorio marchigiano.

Vi proponiamo allora un itinerario tra le location della serie, per chi ha voglia di scoprire borghi suggestivi e bellezze naturalistiche.

La serie è ambientata prevalentemente nel borgo medievale di Offida, eletto tra i Borghi più Belli d’Italia, che fa da sfondo a moltissime scene. Il paese presta ad esempio la sua Piazza del Popolo per le scene nelle quali Charlotte, la nonna inglese di Tom, sorseggia il vino all’ombra dei portici del Palazzo Comunale, davanti all’Osteria Cantina Offida.

Nella splendida Piazza si trova anche lo showroom dell’azienda vitivinicola Ciù Ciù, ospitato all’interno del Palazzo Mercolini Tinelli, in cui Tom e i suoi amici inglesi passano una notte tra brindisi e canzoni popolari.

Offida fa anche da cornice alle misteriose apparizioni del fantasma di nonna Sibilla, nell’antichissimo sito di Santa Maria della Rocca, fortificazione longobarda dell’XI secolo, e nella cripta della Chiesa Collegiata, che accoglie una riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes.

Oltre alle ambientazioni, Offida offre alla scenografia della serie i suoi secolari merletti a tombolo, utilizzati per decorare la sala da pranzo della casa di Sibilla e anche in varie scene ambientate nel Piceno.

Fin dalle prime inquadrature, il Piceno si esprime in tutto il suo splendore. La campagna verde, calma e silenziosa, che i due giovani innamorati percorrono in apecar, ci svela i borghi di Castignano, Cossignano, Acquaviva fino ai boschi di Colle San Marco.

Scendendo verso la Vallata del Tronto arriviamo a Castel di Lama, nel vivo del Borgo Storico Seghetti Panichi, la villa inizialmente scelta da Tom e Sibilla per il loro matrimonio.

Per la scena della prova del pranzo di nozze, la tavola dell’assaggio è stata allestita con stoviglie di pregio appartenenti alla collezione personale della principessa Giulia Pignatelli, proprietaria della dimora che al suo esterno conserva il Primo Parco Storico bioenergetico d’Europa, creato tra il 1875 e il 1890 dal famoso botanico e architetto tedesco Ludwig Winter.

Per gli appassionati di antiche dimore, l’Associazione Le Marche Segrete organizza itinerari turistici culturali nelle ville e giardini storici della regione.

Le scene ambientate in spiaggia sono state girate nel comune di Grottammare. Qui le riprese in notturna rendono tutto il fascino romantico della riviera adriatica.

Per le soste di stile, vi suggeriamo due boutique: Royal Row, a Civitanova Marche, in cui Pier Paolo Pennesi saprà consigliarvi le migliori creazioni sartoriali, ed Emiliano Bengasi, laboratorio stilistico per la sposa e lo sposo.

Le avventure di Sibilla e Tom sono scandite da apparizioni misteriose e incontri bizzarri: a Castel Trosino, sul limitare di un oscuro e fitto bosco, sorge la yurta dello zingaro Zoran, personaggio sagace e stravagante che vive lì assieme alla sua compagnia circense, interpretata nella serie dalla Compagnia dei Folli, acrobati e danzatori che raccontano storie e leggende senza tempo attraverso l’uso di trampoli, fuoco, effetti pirotecnici.

Siamo a pochi chilometri da Ascoli Piceno, in un Parco comunitario chiamato Aula Verde, al centro del quale la tenda mongola ospita laboratori, spettacoli e concerti.

Tutte le scene nelle quali fa da sfondo la montagna, sono state girate alle pendici del Monte Vettore, a Forca di Presta, nel Parco dei Monti Sibillini, montagne dei miti e delle leggende. È proprio qui che il povero Tom tenterà disperatamente di risolvere gli enigmi di Nonna Sibilla.

L’omonimia con la fata-Regina che, secondo la leggenda, popola queste montagne, non è casuale. La trama della serie è infatti disseminata di misteriosi eventi che ruotano attorno alla figura di Nonna Sibilla, da cui la nipote eredita il nome e di cui è l’unica a percepire la presenza.

Ai miti e ai riti pagani tramandati dalla tradizione si affianca il culto enogastronomico alimentato dalla ricca presenza di castagne, funghi e tartufi.

Se decidete di andare a visitare questi luoghi e siete appassionati di tartufi, è d’obbligo una tappa a La Cambra, antica casa colonica convertita in agriturismo dalla famiglia Angellozzi, cavatori di tartufi già da metà Ottocento, e fondatori dell’azienda Angellozzi Tartuficoltura, a Roccafluvione.

L’itinerario naturalistico si intreccia con quello artistico e arriviamo ad Urbino, la campagna entra nella città e regala un paesaggio dal perfetto equilibrio.

È qui che Tom e Sibilla si sono conosciuti, frequentando l’Accademia delle Belle Arti. Ritroviamo nella serie diverse scene girate proprio nella Piazzetta dell’Accademia dove Tom, ai tempi studente Erasmus, respirava tutta la bellezza di una città tra le più importanti del Rinascimento italiano, eletta patrimonio UNESCO.

Non mancano riprese nella Piazza Rinascimento, è proprio qui che Federico da Montefeltro fece costruire il Palazzo Ducale. Al suo interno troviamo opere del Bramante, di Piero della Francesca, di Raffaello Sanzio, di Paolo Uccello e Luca Signorelli.

Trasportati dall’arte di Urbino arriviamo a Castelfidardo, Centro Internazionale della Fisarmonica.

Leggenda vuole che Paolo Soprani intraprese la produzione delle fisarmoniche in seguito ad un incontro con un pellegrino austriaco che nel 1863 stava andando a piedi a Loreto. Il pellegrino fu ospitato dalla famiglia Soprani e, per ricambiare la gentilezza, la sera suonò per loro il suo organetto. Il giovane Paolo, sorpreso e attratto dallo strumento, lo smontò e intuì come svilupparlo. Nei primi anni del Novecento Castelfidardo contava poco più di 9.000 abitanti e le fabbriche di fisarmoniche davano lavoro a ben 12.000 dipendenti.

Chiudiamo il nostro tour con Ascoli Piceno, la città di travertino che incornicia molte delle scene della webserie. La pietra bianca, tipica del comprensorio piceno, si tinge di toni dorati al sole delle aurore e dei tramonti, creando un incanto cromatico ineguagliabile. Immancabile una sosta in Piazza del Popolo, con i suoi portici cinquecenteschi, dominata dal Palazzo dei Capitani del Popolo e con la Chiesa di San Francesco sullo sfondo.

Il Caffè Meletti, in stile Liberty, è l’ambientazione ideale per gli aperitivi che i famigliari di Tom e Sibilla sono soliti consumare nei tardi pomeriggi estivi.

Una bevanda tipica e molto apprezzata dalla famiglia di Tom è “la bicicletta” ovvero una mescola di vino e gassosa Paoletti che, nei primi del Novecento, gli accaldati lavoranti usavano bere all’osteria sul sentiero di ritorno dai campi.

L’Azienda Paoletti Bibite opera da oltre cento anni nel settore della produzione di bibite: vi consigliamo una visita allo stabilimento storico di Folignano (AP) dove sono conservati macchinari e attrezzature dell’epoca.

Ascoli presta alla serie anche le sale della Galleria Osvaldo Licini, location che apre tutti e sei gli episodi, ciascuno con un focus su un dipinto particolare. L’intro del quarto episodio, ad esempio, ha come protagonista L’Amalassunta su fondo blu di Osvaldo Licini (Monte Vidon Corrado, 22 marzo 1894 – Monte Vidon Corrado, 11 ottobre 1958), pittore magico e segreto, che in questa opera trasognata evoca l’incontro tra la realtà e il simbolo.

Proseguiamo con un’opera che apre uno degli episodi più significativi della serie, il Buffone con garofani e altri fiori su una base in pietra con pesca appoggiata di Giovanna Garzoni, artista nata ad Ascoli Piceno nel 1600. Esperta miniaturista e apprezzata in tutta Europa per le sue nature morte. Non poteva mancare naturalmente nella rassegna degli artisti inseriti nella produzione, il marchigiano Raffaello Sanzio, interprete indiscusso del Rinascimento italiano. L’opera scelta è Lo Sposalizio della Vergine, dipinto a olio su tavola, conservato nella Pinacoteca di Brera, a Milano.

Non voglio mica la luna rappresenta quindi un elemento nuovo e di rilievo nella strategia promozionale delle Marche come meta ideale per matrimoni, e in questo senso Piceni Art For Job agisce come cardine di una filiera che promuove la destinazione Marche sul mercato britannico con una presenza importante in fiere di settore quali BIT, BTO, The National Wedding Show.

Una webserie che, come strumento di storytelling marketing, mescola la fiction e la realtà del territorio rendendolo suggestivo ed emozionante, la meta vivace e accogliente e il sogno romantico di tutti gli sposi.

Laura Tommolini

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